venerdì 1 novembre 2013

Carabinieri ...che vergogna ...!!


Salve a tutti amici, oggi vi voglio raccontare una piccola storia che mi è accaduta tanti anni fa. Io adesso ho venticinque anni, quando ne avevo sei è morto mio padre, quindi vi sto parlando di diciannove anni fa. Subito dopo la sua scomparsa mia madre (che adesso purtroppo è morta anche lei) ha iniziato ad avere grossi problemi con la suocera (che dovrebbe essere mia nonna). Questa persona pretendeva che io e mia madre ci trasferivamo da lei, lasciando la nostra casa, cosa che ovviamente mia mamma non ha voluto fare. Le liti sono continuate fino a quando un giorno, quella che dovrebbe essere mia nonna, ha buttato fuori di casa mia madre e me, dicendo che non dovevamo mai più andare da lei, e così abbiamo fatto, siamo andati via da casa sua e non ci siamo più andati. Ma la storia non è ancora finita qui, perché questa vecchia pazza non si è fermata qui, si è recata in tribunale, pretendendo che io venissi affidata a lei. Io e mia madre ci siamo dovuti presentare presso il tribunale dei minori di Catania, dove io all'età di 7 anni ho dovuto parlare davanti al giudice e all'assistente sociale e dire che non volevo assolutamente stare con lei ma che ovviamente volevo rimanere con mia mamma. Solo questo episodio del tribunale è una cosa gravissima, che giudice e assistenti sociali non dovevano permettere, ma le cose più gravi sono successe in futuro. Mia nonna non si era ancora rassegnata all'idea che io con lei non volevo e non voglio tutt'ora averci nulla a che fare, faceva di tutto per rendere impossibile la vita mia e di mia madre, veniva a scuola da me, gridando e urlando, pretendendo che le maestre mi permettessero di andare via da scuola con lei, veniva a casa mia ad urlare sotto il porto e dietro la porta di casa, minacciava mia madre, mandava anche persone "estranee alla famiglia" a casa nostra per cercare di convincere mia mamma a dare a lei il mio affidamento, ma lei non si è mai lasciata intimorire. Oltre a questi metodi ha anche iniziato a mandare lettere minatorie a casa nostra, piene di minacce, "maledizioni" e insulti a tutti i componenti della mia famiglia, zii e cugini materni. Nel frattempo gli anni erano passati e io a mia madre stanchi delle continue minacce, alcune anche molto pesanti, ci siamo recati presso la stazione dei Carabinieri di Gravina di Catania, consigliati dal nostro avvocato, per una denuncia o quanto meno una denuncia cautelativa nei confronti di questa persona che non ci lasciava vivere serenamente. Quando siamo entrati e abbiamo spiegato all'appuntato alla porta il perché eravamo li ci ha subito fatti accomodare nella sala d'attesa. Passata un ora mia mamma ha chiesto se c'era ancora molto da aspettare, e già li è arrivata la prima brutta risposta, se volevamo aspettare bene, se no potevamo andare via. Ovviamente noi ci siamo seduti nuovamente aspettando pazientemente che il maresciallo si liberasse per poter esporre la nostra denuncia. Finalmente, dopo solo tre ore d'attesa il maresciallo si libera e si riceve. Come ho già detto prima mia nonna era solita mandare delle lettere "minatorie" a casa nostra, quindi mia mamma le ho portate con se come prova delle minacce fatte da questa persona, le ha mostrate al maresciallo e brevemente gli raccontò tutta la storia, ma già si era capito che a lui non interessava nulla di tutto quello che stavamo dicendo, lasciò finire di parlare mia madre solo per educazione, e poi replicò dicendogli che loro non potevano fare nulla (allora non esisteva ancora la denuncia per stalking). Sentendo le parole del maresciallo si innervosì, dicendo che era impossibile vivere in quel modo e che era ingiusto che loro non muovessero un dito, ma lui le rispose che era così, e quando mia madre gli replicò dicendo che per fare una denuncia doveva aspettare che questa persona le facesse qualcosa di brutto a lei o a me lui la guardò in faccia e le rispose di si, che in quel caso poteva tornare da loro e sporgere denuncia, vi rendete conto no nelle mani di chi siamo? Come dicevo in un mio post precedente, siamo nelle mani di nessuno.

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